Il 13 febbraio scorso l’OICE ha presentato il 3° rapporto sulle gare BIM del 2019.
Dopo la crescita esponenziale del 2018 (+263,9% sul 2017), anche il 2019 ha visto un aumento costante delle gare che hanno previsto l’utilizzo della metodologia BIM, con un incremento del 58,3% sull’anno precedente.
Il presidente dell’OICE Gabriele Scicolone ha però sottolineato come siano necessarie regole più chiare per assicurare omogeneità e correttezza negli atti di gara: “Ormai il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Una realtà che pone l’asticella ancora più in alto come è giusto che sia in questi anni pionieristici per quanto attiene alle “frontiere del digitale” che sono frontiere fluide, come fluido è l’orizzonte dell’innovazione tecnologica. Adesso però chiediamo che con il nuovo regolamento si recepiscano i contenuti del d.m. 560 per dare stabilità e certezza di regole.”
Una crescita piuttosto omogenea anche dal punto di vista territoriale, con un picco massimo raggiunto al Sud con 128 bandi (pari al 26,8% del totale), mentre nel Centro e Nord Italia sono stati pubblicati rispettivamente 121 e 168 bandi di gara (61 nelle Isole).
Le stazioni appaltanti più attive sono state le Amministrazioni dello Stato, con il 35,8% del totale, seguite da Comuni (26,4%), Concessionarie (12,6%), Ospedali (12,3%), Regioni (6,3%), Province (3,1%) e Università (3,1%)
Molto interessante il dato sulle ristrutturazioni: i bandi indetti per tale tipologia di intervento sono 303, ovvero il 63,4% del totale, contro i 164 (34,3%) per le nuove realizzazioni.
Una tendenza sempre maggiore di utilizzo del BIM maggiormente sul costruito, ancor più dal punto di vista manutentivo e di gestione.
A tal proposito l’intervento di 3TI Progetti “Il BIM per una migliore gestione, manutenzione e conoscenza tecnica del patrimonio edilizio”, dove il Presidente Alfredo Ingletti ha sottolineato come tale metodologia, assodata in fase progettuale, è ancor più utile insieme al facility management, per una corretta gestione e manutenzione del patrimonio immobiliare.
Fondamentale quindi è il Common Data Environment, la piattaforma per la raccolta e condivisione dei dati provenienti dai modelli BIM.
Per questo l’utilizzo di una soluzione come Infocad estende tale concetto alimentando con i dati provenienti dal BIM i processi di Facility Management e la catena di valore dell’azienda, a supporto dei processi produttivi.
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