Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD): Guida per le aziende per il rispetto delle normative 

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 5 luglio 2024, si è ufficialmente concluso il lungo iter legislativo che ha definito le misure di due diligence obbligatorie per le aziende. La Direttiva (UE) 2024/1760, nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D o CSDDD), ha stabilito i requisiti che le imprese devono adottare per prevenire, mitigare e rimediare agli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente, sia nelle operazioni dirette che lungo le catene di fornitura. 

Entrata in vigore venti giorni dopo la pubblicazione, la direttiva ha segnato l’inizio di un processo di adeguamento per gli Stati membri, i quali hanno ora tempo fino a luglio 2026 per recepire e implementare i regolamenti e le procedure amministrative richieste dal testo normativo. 

Che cos’è la CSDDD 

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), conosciuta anche come Supply Chain Act, rappresenta una normativa fondamentale nell’ambito del pacchetto “Fit for 55” della Commissione europea, volto a contrastare il cambiamento climatico nell’ambito del Green Deal europeo. Il suo obiettivo principale è rendere le grandi imprese legalmente responsabili degli impatti ambientali e sociali lungo tutta la loro catena del valore, che include tanto le fasi iniziali (come progettazione, estrazione e approvvigionamento) quanto quelle finali (come distribuzione e stoccaggio), oltre alle attività direttamente gestite dall’azienda stessa o dal suo gruppo. 

La CSDDD estende gli obblighi di responsabilità e trasparenza ESG previsti dalla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), obbligando le imprese a integrare i rischi legati alla sostenibilità e alla due diligence nella gestione dei rischi aziendali. Le aziende devono inoltre sviluppare strategie di reporting sulla sostenibilità e sugli impatti sociali delle proprie attività per mantenere la competitività nel mercato. 

La Direttiva si ispira ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGPs), stabilendo l’obbligo di attuare una dovuta diligenza nel rilevare, prevenire, mitigare e contabilizzare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente, non solo nelle attività dirette dell’impresa, ma anche in quelle delle controllate e della sua intera filiera. Inoltre, la direttiva impone alle imprese di grandi dimensioni di adottare un piano strategico per garantire che le loro attività siano allineate con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, in conformità con l’Accordo di Parigi. Tra gli obblighi introdotti, vi sono anche quelli relativi agli amministratori, che devono supervisionare i processi di due diligence e integrarne i principi nella strategia aziendale, tenendo conto delle implicazioni relative ai diritti umani, ai cambiamenti climatici e agli impatti ambientali nelle loro decisioni aziendali. 

A chi si applica la Direttiva CSDDD 

La CSDDD si rivolge a un numero limitato di imprese, selezionate in base alle dimensioni aziendali e ai settori di attività. Il testo finale, adottato nel 2024, ha ristretto significativamente l’ambito di applicazione rispetto alla proposta originaria, stabilendo criteri più selettivi per le aziende coinvolte. 

La direttiva si applica alle seguenti categorie: 

  • Grandi imprese: Aziende con almeno 1.000 dipendenti e un fatturato globale pari o superiore a 450 milioni di euro. 
  • Applicazione graduale: Le imprese con almeno 5.000 dipendenti e un fatturato annuo di 1.500 milioni di euro dovranno conformarsi entro il 2027. 

Le altre imprese, che soddisfano i criteri minimi di dipendenti e fatturato, avranno tempo fino al 2029 per adeguarsi. 

La normativa punta, tuttavia, a stabilire nuovi standard per la responsabilità aziendale, introducendo obblighi di due diligence per identificare e mitigare i rischi legati ai diritti umani, alle condizioni di lavoro e all’impatto ambientale lungo le catene di fornitura. 

Nonostante il suo ambito limitato, la CSDDD rappresenta un primo passo verso una regolamentazione che mira a coniugare sviluppo economico e sostenibilità, applicabile non solo alle imprese europee, ma anche a quelle non europee con un fatturato significativo nel mercato UE. 

Conformità all’CSDDD: tutte le misure da adottare 

Le organizzazioni, per garantire la conformità alle direttive UE in materia di due diligence obbligatoria sulla sostenibilità aziendale, devono adottare una serie di misure strategiche e operative che riguardano principalmente la gestione e il monitoraggio dei rischi legati a fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Ecco cosa possono fare: 

1. Implementare politiche e procedure di due diligence ESG 

Le organizzazioni devono integrare politiche aziendali che stabiliscono l’impegno verso la sostenibilità, basate su principi di trasparenza, responsabilità e rispetto per i diritti umani. Questo include la creazione di un sistema di due diligence che permetta di monitorare, prevenire e mitigare i rischi legati alla sostenibilità lungo tutta la catena di approvvigionamento. 

2. Valutazione dei rischi legati alla sostenibilità 

Le aziende devono condurre valutazioni approfondite dei rischi ESG, identificando e analizzando i rischi associati alle proprie operazioni e alla propria filiera. 

3. Monitoraggio e tracciabilità della filiera 

Le organizzazioni devono stabilire sistemi di monitoraggio e tracciabilità lungo tutta la catena di approvvigionamento per garantire che i fornitori rispettino gli standard ESG. Ciò potrebbe implicare l’adozione di software avanzati e tecnologie per tracciare le pratiche dei fornitori e per garantire la trasparenza. 

4. Obbligo di rendicontazione e trasparenza 

Le aziende devono rispettare i requisiti di rendicontazione previsti dalla direttiva, come la comunicazione periodica sugli impatti ambientali, sociali e di governance delle loro attività e quelle della filiera. È importante fornire informazioni chiare, accurate e verificabili sugli sforzi di sostenibilità intrapresi e sui progressi compiuti. 

5. Collaborazione con stakeholders e formazione 

Le organizzazioni devono impegnarsi con gli stakeholder interni ed esterni, inclusi i fornitori, i dipendenti, le ONG e le autorità di regolamentazione. Inoltre, è fondamentale formare i dipendenti e i responsabili aziendali sui principi di sostenibilità e di due diligence, affinché possano adottare comportamenti e decisioni aziendali che riflettano questi principi. 

Sanzioni e obiettivi della CSDDD 

Le imprese che non adempiono agli obblighi di due diligence previsti dalla direttiva potrebbero essere soggette a sanzioni pecuniarie e dover rispondere per eventuali violazioni legate ai diritti umani, nonché per danni sociali e ambientali causati dalle loro attività. 

L’obiettivo dell’Unione Europea è promuovere l’adozione da parte delle aziende di modelli di business e strategie che siano allineati con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)

Sebbene rispettare la CSDDD comporti alcuni costi per le aziende, offre anche l’opportunità di dimostrare in modo tangibile il proprio impegno verso pratiche etiche e sostenibili. 

Per essere conformi alla direttiva dell’UE, le aziende dovranno effettuare una mappatura approfondita e un monitoraggio continuo della loro catena di fornitura, identificando i potenziali rischi e impatti, e sviluppando poi strategie per affrontarli in modo efficace. 

Perché l’UE deve promuovere un comportamento sostenibile delle imprese 

Numerosi gruppi di interesse, tra cui rappresentanti della società civile, cittadini dell’UE, imprese e associazioni di categoria, hanno sollecitato l’introduzione di norme vincolanti per quanto riguarda la due diligence aziendale in ambito di sostenibilità. In particolare, il 70% delle imprese che hanno partecipato alla consultazione pubblica ha evidenziato l’urgenza di un intervento dell’UE in materia di obblighi di diligenza legati alla sostenibilità. 

Seppur un terzo delle aziende abbia già intrapreso azioni per affrontare gli impatti negativi delle proprie attività su diritti umani e ambiente, i progressi restano lenti e disomogenei. La complessità e la dimensione globale delle catene di fornitura rendono difficile per le imprese raccogliere informazioni accurate sui loro partner commerciali. Inoltre, la frammentazione delle normative nazionali in materia di due diligence ostacola ulteriormente l’adozione di pratiche uniformi. Le iniziative nazionali non sono sufficienti per supportare le imprese nell’adottare soluzioni sostenibili in modo efficace. 

Le norme dell’UE offriranno un quadro giuridico chiaro e uniforme, garantendo parità di condizioni per le imprese in tutto il mercato unico europeo. Inoltre, tali regole stimoleranno la competitività internazionale, favorendo l’innovazione e dando certezza legale alle imprese coinvolte nella gestione degli impatti ambientali e sociali. 

La direttiva non solo indirizzerà le imprese verso pratiche responsabili ma potrebbe anche diventare uno standard globale per la due diligence obbligatoria in materia di sostenibilità e diritti umani. 

Come Infocad supporta il monitoraggio e il controllo dei consumi energetici  

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive impone alle aziende l’adozione di misure concrete volte a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, allineandole agli obiettivi climatici globali. Tra i fattori determinanti per il raggiungimento di tali obiettivi spicca la gestione e l’ottimizzazione dei consumi energetici, un aspetto cruciale per minimizzare le inefficienze operative e promuovere strategie orientate ad un utilizzo più sostenibile e responsabile delle risorse disponibili.  

Infocad si propone come un software di Energy Management indispensabile per le aziende che desiderano ottimizzare i propri consumi energetici e migliorare la sostenibilità delle operazioni. La sua piattaforma intelligente consente di monitorare, analizzare e gestire in tempo reale i consumi energetici, identificando inefficienze e suggerendo azioni correttive mirate. Questo supporta le imprese nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, garantendo al contempo la conformità con la direttiva CSDDD. 

Ecco in che modo il software supporta le aziende: 

1. Monitoraggio in tempo reale dei consumi energetici 

Infocad permette alle aziende di raccogliere e visualizzare in tempo reale i dati relativi ai consumi energetici di edifici, impianti e macchinari. L’integrazione con sensori IoT e sistemi di automazione offre funzionalità avanzate per: 

  • Identificare anomalie e sprechi energetici, agendo tempestivamente per correggerli. 
  • Ottimizzare i processi energetici sulla base di dati precisi, migliorando l’efficienza complessiva. 

2. Analisi dettagliata e reportistica personalizzata 

Infocad genera report personalizzati che forniscono un quadro chiaro delle performance energetiche aziendali. Questi strumenti analitici permettono di: 

  • Valutare i progressi verso gli obiettivi di sostenibilità, confrontando i risultati con i target prefissati. 
  • Garantire la conformità ai requisiti di rendicontazione della CSDDD, grazie a una documentazione chiara e trasparente. 
  • Individuare aree di miglioramento, supportando l’adozione di misure correttive mirate. 

3. Ottimizzazione dell’efficienza energetica 

Il modulo di Energy Management di Infocad permette alle aziende di stabilire obiettivi di risparmio energetico e implementare strategie mirate per ridurre i consumi. Tra le principali funzionalità: 

  • Utilizzo di dati avanzati per ottimizzare processi operativi, contribuendo a ridurre i costi e l’impronta ambientale. 

Infocad rappresenta uno strumento strategico per le imprese che desiderano conformarsi alla CSDDD, migliorare la propria efficienza energetica e contribuire concretamente agli obiettivi climatici globali. 

FAQ

Quando entrerà in vigore la CSDDD? 

La direttiva è entrata in vigore il 25 luglio 2024, ma gli Stati membri dovranno recepirla entro luglio 2026. L’applicazione per le aziende sarà graduale fino al 2029. 

A chi si applica la CSDDD

A grandi aziende con almeno 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato, oltre ad aziende non europee con attività significative nel mercato UE. 

La direttiva si applica solo alle aziende UE? 

No, include anche aziende non UE che superano i requisiti di fatturato minimo generato nel mercato europeo, se operano in settori rilevanti. 

Cosa significa “due diligence” nella CSDDD?

È il processo di identificazione, prevenzione e gestione dei rischi ESG lungo la catena del valore, sia nelle attività dirette che nella filiera.

Quali sono le sanzioni per il mancato rispetto della CSDDD?

Le aziende rischiano multe e responsabilità legali per violazioni sui diritti umani, danni ambientali e mancato rispetto dei requisiti ESG. 

Come iniziare la due diligence? 

Condurre analisi dei rischi ESG, definire politiche di sostenibilità e implementare sistemi di monitoraggio per garantire trasparenza nella filiera. 

Quali strumenti aiutano a rispettare la CSDDD? 

Software come Infocad supportano il monitoraggio dei consumi energetici e aiutano le aziende a gestire i rischi e migliorare la sostenibilità operativa.

La conformità è costosa?

Sì, ma i benefici a lungo termine includono maggiore efficienza, riduzione dei rischi e miglioramento della reputazione aziendale sul mercato. 

Dove trovare altre informazioni?

Consulta il testo della direttiva sulla Gazzetta Ufficiale UE o visita i portali ufficiali dell’Unione Europea per documenti e linee guida.